Non siamo ancora a fine anno ma, volendo, si può cominciare a fare qualche bilancio.
Satisfiction, la rivista di recensioni letterarie "soddisfatti o rimborsati" (come funziona? beh, loro leggono un libro, se gli è piaciuto te lo consigliano e se il libro ti delude ti rimborsano il prezzo di copertina), propone il miglior libro dell'anno.
E il più deludente?
Per qualcuno Che la festa cominci di Niccolò Ammaniti così recensito da Marco Belpoliti (recensione completa su l'Espresso.
"Dopo aver letto l’ultimo libro di Niccolò Ammaniti cosa ho imparato di nuovo su me stesso, sul mondo, sulla realtà che ci circonda? Niente di più di quello che apprendo guardando un talk show televisivo. Mi sono divertito, certo, Ammaniti scrive bene, in modo brioso, accattivante, fantasioso, ma non ho proceduto di un’oncia nella conoscenza. La letteratura industriale avanza così. Non è un caso che l’anonimo estensore della quarta di copertina, descrivendo la catastrofe finale del libro, epilogo splatter da vecchi cannibali della penna, parla di “resti di una civiltà fatua e sfiancata. Incapace di prendere sul serio anche la propria rovina”. Così ha centrato il senso di questo libro e dei due suoi protagonisti, Saverio Moneta, sfigato ragioniere e capo di una minuscola e scalcagnata setta satanica, e Fabrizio Ciba, giovane scrittore di successo, nevrotico e superficiale: non credere in nulla, riderci sopra".
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